Solidarietà al professor Ibrahim Kaboğlu
- In Evidenza: no
- Data: 23-11-2017
Solidarietà al professor Ibrahim Kaboğlu e agli altri “Academics for Peace” che rischiano la condanna da uno a cinque anni di carcere
Solidarietà al professor Ibrahim Kaboğlu e agli altri “Academics for Peace” che rischiano la condanna da uno a cinque anni di carcere I firmatari - accademici, giudici e avvocati italiani - esprimono la loro solidarietà al professor Ibrahim Kaboğlu e agli altri accademici rinviati a giudizio sulla base dell’articolo 7 della legge contro il terrorismo, in quanto sottoscrittori della petizione per la pace pubblicata l’11 gennaio 2016 (« Academics for Peace»). Essi rischiano la condanna a una pena che va da uno a cinque anni carcere. La petizione, dal titolo « We will not be a party to this crime », firmata da 1128 accademici, invitava il governo turco a mettere fine alle operazioni militari nel Sud-Est del paese, che stavano causando gravi conseguenze alla popolazione e continue violazioni dei diritti umani. Ad essa fece seguito, il giorno dopo, l’immediata, brutale reazione del Presidente della Repubblica, che ha dato inizio a una vera e propria campagna di linciaggio pubblico nei confronti dei firmatari, destinata ad intimorirli e spingerli a ritirare la sottoscrizione. Parallelamente, sono stati avviati contro i firmatari procedimenti penali per “propaganda terrorista” o “insulto alle istituzioni della Repubblica” da parte delle procure e procedimenti disciplinari da parte delle Università, che non godono di alcuna autonomia e sono controllate dal governo. La situazione si è ulteriormente inasprita a seguito del tentato colpo di stato del 15 luglio 2016. Il governo, sotto la spinta del Presidente, approfittando dello stato di emergenza, ha utilizzato +i decreti-legge di emergenza, insindacabili dall’autorità giudiziaria, per sbarazzarsi degli oppositori. Pertanto, sono stati licenziati e privati del passaporto non soltanto i funzionari e gli accademici ritenuti collegati all’organizzazione considerata dal governo stesso all’origine del tentato colpo di stato, detta FETÖ, ma anche oppositori e attivisti, compresi molti degli Academics for Peace, che niente hanno a che vedere con i presunti gülenisti.